Il vangelo: come leggerlo.


locandina serata vangeloDon Franco Pedrini, rispettando molto scrupolosamente il tempo che si era prefissato, un’ora o poco più, ha cercato di offrire una panoramica rapida e molto articolata delle problematiche connesse all’interpretazione autentica dei testi biblici, risalendo al significato che talune parole o espressioni avevano nel tempo in cui furono scritte. La lettura della Sacra Scrittura presuppone infatti, il possesso di alcune conoscenze specifiche linguistiche ed etnografiche, paragonabili agli strumenti di cui ogni artigiano si serve per svolgere il suo lavoro.  Inoltre nei Vangeli e nell’Antico Testamento non vi sono cronache o resoconti rigorosamente storici dei fatti narrati, poiché quei testi sono dei condensati di teologia che dovevano e devono servire ai credenti per alimentare la fede. La ricchezza dei linguaggi usati con grande sapienza dagli scrittori ispirati deve dunque essere osservata con grande attenzione.
I Vangeli poi furono scritti nel greco della koinè, la lingua “comune” più diffusa dopo Alessandro Magno equivalente all’inglese di oggi, dopo vari decenni di tradizione orale degli episodi della vita di Gesù. La traduzione  in latino e infine in italiano ha portato una inevitabile perdita del significato più profondo, di cui si è avuta piena consapevolezza solo in anni recenti.
Basti pensare che una svista di S. Gerolamo, il traduttore dei testi sacri in latino, ha portato per secoli a ritenere che fossero esclusi della salvezza portata da Cristo coloro che si trovavano, anche involontariamente, al di fuori della Chiesa Cattolica.
L’analisi puntuale dei testi originali porta così una serie di sorprese, fra queste: Maria non era cugina di Elisabetta, i Magi non erano re, né tre ma erano dei maghi, Gesù non è mai caduto durante la salita al Calvario...