Viaggio in Alaska

Il 23 giugno 2008 sono arrivata ad Anchorage, vent'anni dopo il mio primo viaggio in Alaska, che avevo sempre ricordato con nostalgia.
Per mesi avevo programmato con cura i 15 giorni che avrei trascorso con mio marito nell'”Ultima Frontiera”, studiando le guide Lonely Planet e National Geographic. Avevo passato giorni sul computer navigando in internet, confrontando alberghi ed altre strutture dove poter dormire, avevo contattato telefonicamente il visitor center di Anchorage e le compagnie di navigazione per visitare fiordi e ghiacciai sul mare. Sapevo dal viaggio precedente che non trovare posto da dormire in un luogo potrebbe comportare di dover percorrere altri 300 chilometri per trovarne un altro, perciò niente è stato lasciato al caso.
La mattina del 24 abbiamo ritirato la macchina con 4 ruote motrici (di solito la ritiriamo il giorno dopo l'arrivo, poiché è pericoloso guidare dopo un volo intercontinentale lungo e stressante) e siamo partiti per la penisola Kenai.
Abbiamo visitato il piccolo centro dei cercatori d'oro Hope, che è un villaggio-museo.
Poi siamo arrivati a Seward, dopo esserci fermati di frequente per ammirare e fotografare panorami mozzafiato: è difficile trovare nel mondo una natura vasta e selvaggia come si trova in Alaska. Lo sguardo vaga su foreste di abeti dai rami cortissimi per non trattenere la neve, montagne imbiancate, fiumi spumeggianti, cascate che tuonano, ghiacciai che scintillano al sole.
Il giorno dopo ci siamo imbarcati sulla “Kenai Fyords”: l'unico modo di visitare il Parco Nazionale de Fiordi infatti è dal mare. Non esistono strade. Le coste sono meravigliose, ricchissime di animali:una grande quantità di uccelli quali gabbiani, urie aquile, pulcinella di mare volano in cielo con forti grida, sulle rocce sono sdraiati leoni marini e foche, nel mare nuotano delfini, balene, lontre marine e orche.
I capitani dei battelli e delle navi in Alaska spiegano di frequente quello che si vede, dando informazioni sia naturalistiche che storiche. Sui grandi ferry e sulle navi da crociera il compito di spiegare quanto si vede è lasciato ai ranger.
Nei giorni seguenti abbiamo visitato la Penisola Kenai, lungo tutte le poche strade percorribili,visitando le chiese ortodosse, retaggio della dominazione russa, i musei di arte di Homer, la spiaggia di Anchor Point, il punto più occidentale delle Americhe raggiungibile da una rete stradale.
Poi abbiamo percorso la fantastica Glenn Hwy, visitando lo straordinario cimitero di Eklutna, dove sopra ogni tomba c'è una casetta in miniatura, per ospitare lo spirito.
Ci siamo fermati alla fattoria che alleva buoi muschiati, dalla lana più preziosa e più soffice, dal momento che si tratta di animali che sopportano temperature inferiori ai 60 gradi sotto zero.
Abbiamo percorso la strada di Mc Carthy, che entra nel Parco Nazionale del Wrangell-St Elias, dove si concentra gran parte delle montagne più alte del continente. È un territorio selvaggio, dove raramente si incontrano altri veicoli, anche perché sarebbe vietato dalle       compagnie di autonoleggio, che temono danni alle vetture per il fondo stradale sconnesso.
In seguito siamo arrivati a Valdes lungo la Richardson Hwy, veramente spettacolare per i paesaggi.
Valdes è tristemente famosa per il disastro della petroliera naufragata nel 1989 ed è il punto terminale dell'oleodotto d'Alaska. È stata una sorpresa vedere che si tratta di una città bellissima, in una baia circondata da alte montagne.
Da Valdes siamo partiti per una crociera indimenticabile ai ghiacciai Columbia e Meares, incredibilmente belli.
In seguito abbiamo percorso la Denali Hwy, che corre lungo l'Alaska Range, una lunga catena di montagne imbiancate dalle quali scendono molti ghiacciai. La strada non è asfaltata, si snoda su un altopiano con bassa vegetazione di tundra e con una grande quantità di laghetti, dato che il permafrost impermeabile ferma l'acqua di scioglimento della neve.
Raggiunto il Mc Kinley Village, abbiamo trascorso un giorno nel Denali National Park, dove abbiamo avuto la fortuna di vedere il monte Mc Kinley sgombero da nubi, in tutta la sua maestosità. Il giorno dopo avremmo dovuto vederlo dall'altro versante, ma era completamente avvolto dalle nuvole.
È stata emozionante la visita al museo dell'Iditarod, a Wasilla, dove si assiste alla proiezione di filmati riguardanti la famosa gara di slitte trainate da cani Anchorage-Nome.
L'ultimo giorno prima della partenza è stato impiegato a vistare i musi di Anchorage.
Il giorno 8 agosto abbiamo visto la terra d'Alaska dal finestrino dell'aereo.
Difficilmente ritornerò una terza volta: è troppo lontana e troppo costosa, ma di certo vi è rimasto un pezzetto del mio cuore.
Cristina Gadotti