Locandina visita ad Arco 2012Mappa per arrivare al convento dei cappuccini Visita ad Arco


È ormai diventata una piacevole consuetudine l’appuntamento con le bellezze storico culturali e ambientali del territorio arcense, questo grazie alla disponibilità del dottor Romano Turrini, una vera e propria enciclopedia culturale del territorio, con la dote di saper catalizzare l’attenzione e di coinvolgere piacevolmente i presenti.

A lui si è aggiunto per questa occasione l'esperto gnomonista Giuseppe Tavernini.

Grazie a loro, sabato 15 settembre 2012 abbiamo potuto visitare il Convento dei Cappuccini di San Martino e la Chiesa Collegiata.


Romano Turrini e fra  Paolochiostro dei cappuccini Prima tappa il convento dei Frati Cappuccini di San Martino alle porte di Arco, dove il giovane Fra Paolo, ci ha accolti con simpatia, mettendoci a nostro agio nell’ambiente pacifico e rassicurante del monastero fondato nel 1585 per volontà dei Conti d'Arco, accanto alla preesistente chiesa di San Lorenzo.
Introdotti nel bellissimo chiostro con arcate di pietra che si susseguono regolari su tutti i quattro lati e pozzo centrale Turrini ha dispensato pillole di storia; quindi siamo passati al soprastante terrazzo dove abbiamo potuto ammirare da vicino ben sei meridiane, testimonianza unica di orologi solari storici in serie.
Giuseppe TaverniniLe meridiane dei cappucciniIl gruppo attento.Qui, l’amico esperto gnomonista e progettista di meridiane Giuseppe Tavernini ci ha introdotti nella parte tecnica e storica di questi orologi solari realizzati sul finire dell’Ottocento da padre Ernesto da Taio, al secolo Annibale Rossetti. Egli si sbizzarrì a crearli uno vicino all’altro, ciascuno con diverse modalità di misurazione (ore babiloniche, giudaiche, italiche, francesi), dando risalto ad una meridiana molto più grande (una decina di metri quadrati) delle altre cinque (circa 1 mq), segnalante l’ora locale di Praga, la città che all’epoca era punto di riferimento dell’impero asburgico.
Merenda dai cappucciniLa Chiesa di San LorenzoRifugio antiaereo dei CappucciniÈ seguito l’imprevisto invito in refettorio dove ci aspettava una merenda gentilmente offerta dai frati, dove, accanto ai biscotti fatti in casa, non mancava del buon vino auto-prodotto grazie alle viti del convento. Oltre che gradevole, sia per il palato che per la compagnia; è stato un intermezzo interessante per conoscere l’attività dei pochi religiosi rimasti (sei), tutt’altro che statici. Suppliscono infatti alla carenza di parroci nelle parrocchie di tutto il comprensorio dell’Alto Garda, oltre che garantire un pasto caldo ai poveri, attività sempre più richiesta. Per finanziare il loro operato non si affidano alla richiesta di offerte ma raccolgono generi alimentari (anche alla messa della domenica in luogo delle offerte) ed escono coi volontari, soprattutto giovani, per compiere lavori manuali nelle famiglie che li richiedono, soprattutto anziani, raccogliendo così fondi grazie alle mance.
La visita è proseguita nella attigua chiesa di San Lorenzo, alla quale si accede sia da una porta nel chiostro, che dall’esterno. Qui si possono ammirare opere del rivano Giuseppe Craffonara e del pittore veronese Paolo Farinati (1787). Per finire abbiamo visitato anche il rifugio antiaereo dove abbiamo incontrato un pipistrello che dormiva appeso al soffitto.

La meridiana della CollegiataL'altare ed i palchi dei conti d'Arco alla CollegiataLa comitiva si è poi portata alla chiesa principale nel centro di Arco: la “Collegiata”. Il nome “Collegiata” deriva dal latino Collegium e sta ad indicare che presso la chiesa viveva una comunità di sacerdoti che seguivano una regola comune, canone - da cui il termine canonici - ; a dirigere il collegio di canonici era l’arciprete, che aveva anche le funzioni di parroco della comunità. La grande costruzione fu realizzata nel 1600 al posto della precedente risalente al 1100 circa, in un'unica navata, e quindi con accorgimenti tecnici straordinari per il tempo, andando ad occupare tutto lo spazio disponibile entro le mura della città rinunciando all'abside.
Ci siamo soffermati davanti alla grande meridiana, anch'essa realizzata da padre Ernesto da Taio, sulla parete sud, quella dietro l'altare. Qui il nostro gnomonista Tavernini, ci ha edotti su errori grafico tecnici non individuabili da un profano, dovuti probabilmente all’interpretazione di parti originali scomparse e poi ridisegnate dal restauratore, segni non attribuibili all’esperto autore di fine ‘800.
All’interno della monumentale chiesa, Turrini ha evidenziato le molte opere presenti, dall’altare alle Pale, alle tombe trovate sotto il pavimento con numerosi resti, oltre a quella ospitante i Conti d’Arco. Secondo un curioso aneddoto, questa potente ed influente famiglia nobile, oltre a pretendere il posto in prima fila per assistere alla Messa, voleva che i banchi fossero rialzati, cosa che fece indignare e rivoltare il popolo, in questo modo infatti i banchi retrostanti sarebbero stato “oscurati” alla vista dell’altare; dopo litigi ed annose trattative, i nobili cedettero, in cambio però pretesero (udite udite) la costruzione di due logge laterali all’altare (tipo teatro), posizione oltremodo privilegiata, così si spiega oggi la loro anomala presenza.

Castel ArcoSi è così concluso il gradevole pomeriggio di una giornata dal clima splendido che ci ha fatto assaporare la piacevolezza di una passeggiata nel centro di questa splendida cittadina, con l'appuntamento al prossimo autunno per visitare... sorpresa!