Incontro pubblico in ricordo di Ettore Parisi

Ettore Parisi è stato una colonna portante del Gruppo Culturale Nereo Garbari, sempre attivo, disponibile, con proposte concrete e di grande interesse.

La sua scomparsa è stata una grave perdita per la famiglia, per il Gruppo, per il suo paese (Ranzo), per l’intera comunità della Valle dei Laghi e non solo.

Quando il direttivo del Gruppo Culturale ha proposto di organizzare un incontro pubblico per ricordarlo, si sono subito affiancati con entusiasmo la sua famiglia, il comune di Vallelaghi, le associazioni Retrospettive, di cui era vicepresidente, ed Ecomuseo, con cui collaborava. Casualmente, nei giorni di predisposizione dell’evento era vicina la ricorrenza del suo compleanno (19 febbraio), per cui è stato spontaneo stabilire la data dell’incontro pubblico proprio in concomitanza con questo anniversario che, tra l’altro, cadeva di domenica e pure all’interno del ponte di carnevale, un’ulteriore facilitazione per la partecipazione da fuori provincia della figlia Tania con Paolo Selis, che hanno collaborato da lontano alla preparazione dell’incontro, e della nipotina, tanto amata da Ettore.

Si è optato come sede dell’evento per il teatro parrocchiale del suo paese, che si è rivelato il luogo ideale per contenere le numerose persone intervenute con entusiasmo, dimostrando una volta di più, che il suo ricordo è vivo in tutti quelli che l’hanno conosciuto. Un ringraziamento particolare va alle volontarie di Ranzo che hanno collaborato alla preparazione e pulizia del teatro: Elisa, Luciana, Fausta e Patrizia.

Cristina Gadotti, componente del Gruppo culturale Garbari, ha introdotto l’incontro con la lettura di un emozionante testo inedito, scritto da Ettore stesso pochi giorni prima della sua scomparsa ed inerente la sua attività di ricerca.

Il testo è stato trovato dalla moglie Lina con suo fratello Giovanni nel computer di Ettore e costituisce in un certo senso una sorta di testamento morale che, lui intendeva “mettere in rete … per manifestare agli amici la mia soddisfazione per essere riuscito a portare a termine un’impresa che io stesso, per anni, ho ritenuta impossibile”. Descrive la sua passione per la genealogia che lo ha coinvolto per 40 anni occupandolo per circa 40.000 ore, portandolo all’analisi di 266 cognomi dal 1500 ad oggi, prima del suo paese, poi dell’intera valle dei Laghi e del Banale, trovando interessanti documentazioni su guerre, pestilenze, omicidi e fatti accaduti di cui si era persa memoria. Conferma la sua disponibilità a continuare a rispondere alle tante richieste che gli arrivano, anche grazie alla collaborazione con la rivista culturale “Retrospettive” e “Da oggi mi dedicherò ad analizzare con calma l’enorme mole di dati che ho raccolto. Spero di ricavarne le stesse soddisfazioni che ho avuto fino a oggi.

Con caparbietà, fino alla fine non ha mollato mai: che lezione ci hai dato Ettore!

Solo dopo la lettura del testo, seguita da uno spontaneo e caloroso applauso, il presidente del Gruppo culturale Fabio Trentini ha introdotto brevemente e con calore la figura di Ettore.

L’assessore comunale alla cultura Ilaria Rigotti ha poi portato il saluto dell’Amministrazione comunale, la riconoscenza per Ettore e l’apprezzamento per l’evento.

Mariano Bosetti ha parlato della lunga collaborazione di Ettore con l’Associazione culturale Retrospettive, della quale è stato per anni con discrezione vicepresidente, della rubrica sulla genealogia che da anni teneva su ”Retrospettive”, delle serate da lui presentate in tutta la Valle sugli eventi riscoperti grazie alle ricerche negli archivi parrocchiali, della pubblicazione di suoi articoli storici di grande interesse. Ha poi accennato alla fiducia che Ettore aveva che qualcuno di Ranzo portasse avanti la sua stessa passione.

Rosetta Margoni, quale rappresentante anche di Ecomuseo, ha mostrato la sezione genealogia dell’Archivio della Memoria della Valle dei Laghi, basata sul lavoro di Ettore e realizzata con la sua diretta collaborazione. Ha poi voluto dare almeno un’idea della dedizione che egli ha avuto per la comunità proiettando altri suoi materiali, per lo più consultabili sull’Archivio della Memoria: fotografie, documenti, pubblicazioni e soprattutto spezzoni di filmati, che ci permettono di rivedere e riascoltare, quando vogliamo, anche persone che non ci sono più. Ha poi invitato a collaborare con l’Archivio della Memoria, mettendo a disposizione materiali, e con il gruppo culturale, continuando il lavoro di ricerca e di documentazione, anche audiovisiva, in cui tanto Ettore credeva.

Alberto Margoni, attraverso la rievocazione delle conversazioni e la proiezione di foto scattate durante esperienze comuni nel Gruppo culturale, ha ricordato la sua elasticità mentale, la voglia di imparare, l’attenzione alle ricerche sul campo, oltre che sui testi e negli archivi. Ha invitato i presenti interessati a dar seguito alla sua ricerca toponomastica su Ranzo e, perché no, anche all’approfondimento di quella sua idea del convento dei Celestini sopra Castel Toblino con la quale ci ha intrigati.

È intervenuto poi Pierluigi Dalmaso, che ha raccontato del ruolo fondamentale di Ettore con la realizzazione di racconti storici sul paese che hanno dato modo sia ai ragazzini dell’oratorio, sia agli artisti di Ranzo uniti dal piacere comune di disegnare, di usare la loro creatività per realizzare un bene comune, collettivo, che faccia conoscere e ricordare episodi del passato paesano. Così storia, arte e socialità hanno dato vita a ben due pubblicazioni: “Bartolomeo, un bambino come noi” e “Simone el Ghislot”.

Infine ha preso al parola Walter Borghi, ex-sindaco di San Lorenzo, che si è rammaricato di non aver conosciuto prima Ettore, ha avuto modo di apprezzarlo e stimarlo in occasione dell’organizzazione dell’ultimo evento al quale Ettore ha collaborato e che ha visto uniti San Lorenzo e Ranzo: “’Na tesa de gnochi”, per fare chiarezza sui confini del territorio, stabiliti dopo la separazione di Ranzo da San Lorenzo.

Un lauto rinfresco, offerto dalla moglie Lina, ha concluso l’incontro commemorativo, una festa di compleanno in cui lui era lì con noi, circondato dagli amici; la sua presenza era palpabile!